“ma quando di un lontano passato non rimane più nulla, dopo la morte delle creature, dopo la distruzione delle cose, soli e più fragili ma più vivaci, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l’odore e il sapore permangono ancora a lungo, come anime da ricordare, ad attendere, a sperare, sulla rovina di tutto, a sorreggere senza tremare – loro, goccioline quasi impalpabili – l’immenso edificio del ricordo.” (Marcel Proust, 1913-1927, vol I, p.58)
Proust, nella sua Recherche da alla letteratura un significato profondo dello stretto legame tra i sensi e la memoria, materia su cui oggi la neurologia sta indagando scoprendo attraverso esperimenti puramente scientifici la relazione tra questi.[1]